Associazioni e raccolta sponsor – Brevissima guida ragionata

Le Associazioni non possono farsi pubblicità, ma possono FARE PUBBLICITA’

Abbiamo già visto come le associazioni non possano farsi pubblicità, almeno non secondo gli schemi abitualmente seguiti dalle imprese commerciali. Ma se invece di farsi pubblicità le associazioni, in particolar modo quelle sportive, diventano veicolo per pubblicizzare altre attività? E’ possibile?

La risposta, ovviamente, è sì. La possibilità di ricevere denaro per promuovere attività commerciali esterne è riconosciuta da anni al mondo no profit. Oggi, però, non voglio occuparmi degli aspetti fiscali e normativi della questione; preferisco concentrarmi sulle potenzialità e sulle modalità di sfruttamento di questo settore, troppo spesso trascurato da presidenti e amministratori, concentrati principalmente sulla gestione ordinaria.

Una premessa che potrebbe sembrare contraddittoria: in realtà sono numerose le associazioni che finanziano la propria attività grazie ai contributi di generosi sponsor, ma la maggior parte delle volte questo avviene senza una reale programmazione, basando l’attività di raccolta sulle conoscenze e relazioni personali del Presidente, con il risultato che le entrate da questa attività sono saltuarie, poco rilevanti e comunque non garantite nel tempo.

Studi e esperienza ci dicono invece che l’applicazione di pochi semplici concetti di marketing consentirebbero a numerose realtà di fare un salto di qualità nel finanziamento delle proprie attività associative. Come spesso capita, certe cose bisogna volerle fortemente (e impegnarsi per ottenerle).

Quindi, cosa bisogna fare? Di seguito qualche consiglio pensato specificatamente per le Associazioni sportive che svolgono attività in una sede fissa, ma, con un po’ di impegno, potrete applicarli anche in ambito culturale, oppure nel finanziamento di singoli eventi.

Partiamo da un esempio concreto, ipotizziamo che vostra società gestisca un centro sportivo, per l’esattezza un tennis club. Come potete aumentare le vostre entrate da sponsor e pubblicità?

Primo passo – MAPPATURA DEGLI SPAZI

Potenzialmente ogni spazio del vostro centro sportivo è utile ai fini pubblicitari, ma è chiaro che quelli più appetibili sono quelli maggiormente frequentati: la reception, gli spogliatoi, i campi, la club house (se ne avete una), il parcheggio,…

Fate una lista degli spazi e metteteli in ordine di importanza per numero di persone che li frequentano abitualmente (questo ci tornerà utile in seguito).

NB. ricordatevi anche degli spazi non fisici (Sito, pagina FB, Tessera, Volantini,…)

Fantasia e buon senso sono alla base di una occupazione degli spazi ottimale

Passo Secondo – INDIVIDUAZIONE DEI SUPPORTI

Questa è una questione un po’ più tecnica – potreste non essere aggiornati su tutte le potenzialità del settore – però non scoraggiatevi. Provate a pensare che tipo di media potreste inserire negli ambienti che avete selezionato; usate un po’ la fantasia e… il buon senso: inutile pensare di installare un gazebo in uno spogliatoio, ma potrebbe essere molto interessante l’idea di sponsorizzare gli armadietti, oppure di far passare della pubblicità sulle TV che avete in sala attrezzi, non trovate?

Passo terzo – PRICING, ovvero QUANTO VALGONO I MIEI SPAZI?

Questa è sicuramente la parte più complessa. I fattori che influiscono sul valore che hanno i vostri spazi sono molteplici: Dove ha sede il vostro tennis club? Quanti soci avete? Quanti di questi frequentano assiduamente? Rappresentano un target specifico per qualche categoria commerciale? Che dimensioni avranno gli annunci che esporrete e per quanto tempo li esporrete?

Oltre a queste domande dovrete porvi anche la domanda principe: Cosa cerca l’azienda sponsor? o meglio, perché dovrebbe darci dei soldi?

Rispondendo a queste domande e ragionando nell’ottica del vostro cliente vi farete un’idea migliore del valore dei vostri spazi. Il consiglio, in ogni caso, è quello di non buttarvi troppo giù. Se le aziende troveranno i vostri prezzi eccessivi potrete sempre applicare delle politiche di sconto per accontentarle.

L’attività pubblicitaria, anche se svolta da personale interno, ha dei costi. Occorre una valutazione attenta prima di investirci risorse.

Ecco fatto, siete quasi in dirittura di arrivo. Ora che avete qualche dato in mano, vi manca solo di rispondere all’ultima domanda: Ne vale la pena?

La raccolta pubblicitaria è un’attività impegnativa, non pensate che basti una chiamata per portare a casa uno sponsor. Bisogna insistere, fissare appuntamenti , gestire un database di potenziali clienti. Insomma, potrebbe essere necessaria una risorsa a tempo pieno.

E se decideste di affidare a professionisti esterni la raccolta i costi sommersi emergerebbero immediatamente. Le agenzie di raccolta pubblicitaria chiedono fino al 30% dell’incasso e in molti casi vi sentire chiedere anche un compenso fisso per evitare rischi.

I margini di operativi ci sono, ma prima di partire valutate la sostenibilità e l’operatività.

Il settore della raccolta pubblicitaria ha ampi margini di crescita, sopratutto se approcciato con procedimenti organizzati e razionali, finora del tutto trascurati. La vostra sede, il vostro sito internet e, sopratutto, i vostri soci potrebbero diventare una fonte inaspettata di entrate, se debitamente sfruttati, ma ogni cosa va affrontata cum grano salis.

Prima di procedere quindi prendetevi il tempo per decidere e magari contattate dei professionisti per una valutazione preliminare, oppure provate a partire con delle proposte limitate agli spazi più vendibili, ampliando l’offerta se vedete che l’interesse c’è.